
Quante volte ti hanno detto che somatizzi troppo?
Potrebbero averti detto che sei una di quelle persone che sfoga tutto a livello intestinale, ecco che quindi convivi con il tuo fastidioso sintomo. Convivi con i mal di pancia, con la gastrite, la costipazione, il gonfiore. Perché continuano a ripeterti che devi “solo calmarti”.
Ma è così? È solo colpa della somatizzazione?
La somatizzazione esiste, inutile negarlo, è vero che chi soffre di una patologia intestinale (ma non solo) spesso “sfoga” tutte le sue emozioni a livello intestinale.
Ma ti hanno mai spiegato perché questo avviene?
Intestino e cervello comunicano costantemente tra loro, questa comunicazione è bidirezionale. Da una parte quindi il cervello invia dei segnali al nostro intestino, ciò ne può causare i sintomi, ecco che, quando ti arrabbi o sei in ansia può presentarsi il gonfiore, l’attacco diarroico o la gastrite. Dall’altra parte, però, l’intestino invia segnali al cervello. Quindi, se ti hanno sempre detto che è solo questione di ansia, di conseguenza tu sopporti e convivi con il tuo sintomo intestinale, pian piano si manifesteranno anche altri sintomi, come l’ansia. Ciò non fa altro che aumentare la tua frustrazione, così il tuo sintomo aumenta.
Si alimenta sempre di più questo circolo vizioso, che non fa altro che farti sentire sbagliata.
Bisogna far sì che tra cervello e intestino ci sia una giusta comunicazione, come farlo?
In questo articolo ti parlerò della stretta connessione che c’è tra intestino e cervello e perché è fondamentale prendersi cura di entrambi per nutrire il tuo equilibrio intestino-mente.
L’asse intestino-cervello: Un dialogo costante
L’intestino e il cervello sono in costante dialogo attraverso ciò che viene chiamato l’asse intestino-cervello.
Ma cosa significa esattamente?
Hai presente il cartone animato “Siam fatti così. Esplorando il corpo umano”? Io da bambina amavo questo cartone.
In quel cartone rappresentavano il cervello come la sede operativa del nostro corpo, con un computer centrale e diversi omini che controllavano che tutto fosse ok, pronti a inviare segnali e operai in tutto il corpo.
Quando si ha la cosiddetta somatizzazione è proprio ciò che accade, quando sei triste o nervosa o felice per qualcosa, gli operai presenti nel cervello (neuroni) producono dei segnali (neurotrasmettitori) che sono inviati in tutto il corpo, tra cui l’intestino. Ecco che quelle emozioni posso essere responsabili delle farfalle nello stomaco se baci per la prima volta la persona che ti piace o dei mal di pancia da esame, etc.
La connessione tra intestino e cervello è bidirezionale. Ciò significa che non solo il cervello influenza l’intestino, ma anche può accadere anche l’inverso. L’intestino, infatti, presenta un proprio sistema nervoso (sistema nervoso enterico).
Immagina, il sistema nervoso enterico come una succursale della sede centrale, anche nell’intestino ci sono diversi operai (neuroni) che producono dei segnali (neurotrasmettitori) i quali sono inviati costantemente al cervello attraverso un’autostrada (il nervo vago).
Quando l’intestino è in uno stato di equilibrio e salute, comunica segnali di benessere al cervello, promuovendo una sensazione di serenità e calma. D’altro canto, quando l’intestino è “infiammato” o ci sono patologie, può inviare segnali di disagio e scompensi al cervello, contribuendo ad ansia, depressione e altri disturbi mentali.
Il ruolo del microbiota intestinale
Un protagonista fondamentale nella connessione intestino-cervello è il microbiota intestinale, la comunità di batteri (ma non solo) che risiede nel nostro tratto gastrointestinale.
Il microbiota intestinale svolge diversi ruoli importanti nel nostro corpo (approfondirò questo argomento in un altro articolo), tra i quali c’è quello coinvolto nel mantenimento dell’equilibrio e della salute dell’intestino. A sua volta, il microbiota intestinale comunica con il cervello attraverso l’asse intestino-cervello, influenzando le nostre emozioni, il nostro umore e persino i nostri comportamenti.
Strategie per promuovere la salute intestino-cervello
Ecco, ora hai compreso cosa si nasconde dietro la parola “somatizzazione”, ma cosa fare?
Se la somatizzazione esiste è vero che bisogna solo subire i propri sintomi e che devi “solo calmarti”?
Assolutamente no!
Quando si hanno sintomi intestinali l’errore che si commette spesso è quello di fare attenzione solo a ciò che si mangia, molto spesso si cura l’alimentazione, rinunciando a diversi alimenti, senza però cambiare il proprio stile di vita.
Ma questo non basta, proprio per la stretta connessione che c’è tra intestino e cervello sono necessarie diverse azioni per nutrire al meglio l’equilibrio intestino-mente, ciò in realtà non andrebbe fatto solo in presenza di sintomi intestinali, ma sempre.
Ecco alcune strategie pratiche per nutrire l’equilibrio intestino-mente:
- Segui una dieta sana e personalizzata: ciò che va bene per una persona non è detto che vada bene anche per te, è vero che dovresti mangiare alimenti nutrienti, come frutta, verdura, cereali integrali (ma non è detto) e proteine di alta qualità. Ma la cosa più importante è conoscere l’alimentazione adatta per te!
- Prenditi cura del microbiota intestinale consumando probiotici e prebiotici.
- Gestisci lo stress attraverso tecniche di rilassamento, meditazione o attività fisica.
- Assicurati di avere un sonno di qualità.
La connessione tra intestino e cervello è una straordinaria dimostrazione di come il nostro corpo funzioni come un sistema interconnesso.
Prenderti cura del tuo benessere intestinale può portarti a numerosi benefici per la salute mentale, emotiva e fisica.
Ricorda che ogni scelta alimentare e stile di vita influisce sul tuo intestino e sul tuo cervello.
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